Ippica, Galoppo, Corse & Allevamento

image host

Sticker

DAR25813-Equos-banner-Roster-10-NOV22

giovedì, settembre 13, 2012

Frankel, il Maestro Henry Cecil, l'Arco e le Champion Stakes..tra passato, presente e futuro. L'analisi a cura di Mario Berardelli..

Cerchiamo di stimolare la riflessione degli utenti del sito MONDOTURF con Frankel, l'argomento del momento insieme Camelot ed il St Leger. Il campione di Sir Henry Cecil, anche lui visto pimpante e pieno di spirito nei giorni scorsi a Warren Hill, delizierà la platea di Newmarket sabato 29 Settembre prossimo prima dell'inizio delle corse del Betfred Cambridgeshire per un lavoro pubblico in pista da corsa in vista delle QIPCO Champion Stakes del 20 Ottobre ad Ascot. A tal proposito, per stimolare la discussione, pubblichiamo una analisi di Mario Berardelli pubblicata qualche giorno fa su Per Sport e che noi vi riproponiamo come saggio da conservare e su cui discutere e dibattere magari sul forum di Mondoturf o nei commenti. Buona lettura.
Inutile girarci intorno. E’ l’argomento che più intriga i veri appassionati che sul web non mancano  copiosamente di dire giustamente la loro come una volta succedeva quando si faceva capannello alle corse. Frankel si , Frankel no o meglio Arco si o Arco no. Adesso è ufficiale, Arco no e Champion si. La decisione è presa e va rispettata e anche compresa ma non per questo non commentata.  Noi siamo tra coloro che erano senza ipocrisie ma per miopia per Arco si . E’ la madre di tutte le corse, è la corsa che al fuoriclasse manca anzi mancava  per chiudere in maniera sublime la carriera (la chiuderà davvero nelle Champion?). 
I Grandi  hanno chiesto a quei 2400  la consacrazione e molti la hanno trovata e per questo sono nella nostra Storia del Turf. Possiamo comprendere tutte le motivazioni del rifiuto, ci mancherebbe e anzi  ripetiamo di rispettarle ma non ci si venga a dire (sportivamente) che è meglio fare le Champion (praticamente solitarie) perché qui e perché li invece dell’Arco dove, con altri 400 metri che danno sostanza e garantiscono completezza di attitudine,  avrebbe trovato tutti quelli possibili da trovare e da battere.  Dai, la corsa era quella e nessuna altra, per il nostro cuore, per la passione, per la leggenda oltre che per la storia ma anche per la nostra scarsa intelligenza. Le Champion sono una fuga. Tra diversi anni quando ci troveremo a discutere tutti, dico tutti, diremo …… -“ Grande si  però ….. non ha fatto l’Arco”.
E’ matematico che sarà cosi, non potremo biasimare, saremo senza argomenti, quando qualcuno vorrà irridere al nostro mito dicendoci che in fondo  non ha fatto la distanza classica. Provate a raccontargli che Frankel  avrebbe vinto  da mille a 4000 metri, le corse non si fanno con i condizionali ma con gli ordini di arrivo e in quello dell’Arco a 2400 lui non ci sarà. Punto. Tuttavia il discorso cambierà quando parleremo di ciò che Frankel avrà rappresentato nello sviluppo genealogico  del purosangue moderno. Questo però è solo un aspetto del nostro intervento, quello da curva sud, da tifosi. Adesso mettetevi gli occhiali che fanno fino, assumete un contegno consono perchè proviamo insieme a volare più alto della semplice passione. Stimolati  come sempre da un accenno preciso e condivisibile che Franco Raimondi ha fatto, un input che poi abbiamo trovato anche in uno scritto profondo di Diego Giunta. Merita la riflessione. La grandezza di sir Henry  è sopra quella di tutti gli altri perché ha compreso ciò che a noi sfuggiva. Ha capito che un cavallo come Frankel , concentrato di sublime qualità, emblematico  del cavallo top moderno  non avrebbe potuto, per difetto di piena maturazione, sostenere un impegno duro come quello del derby dopo le Ghinee. Sembra strano affermare una cosa del genere proprio  quando un altro campione o potenzialmente tale, Camelot, sta per vincere dopo Ghinee e derby anche St Leger. Eppure rappresenta la stessa corrente di sangue …..  è vero ma il discorso di Diego Giunta e Franco Raimondi ha ugualmente un valore universale. Perché a parte qualche eccezione, come Camelot probabilmente, ha ragione Giunta quando afferma che il cavallo attuale ha una maturazione molto più lenta e non si può, a meno da non ricorrere alla epigenetica , forzarne la natura . Quando accade è comunque un errore o una violenza anche se il risultato come nel caso di Camelot da ragione a chi fa questa scelta.  Cecil ha compreso, sostengono crediamo Giunta e Raimondi, questo enorme particolare ed ha avuto la intelligenza, la pazienza, la forza dell’anima  di rinunciare , di aspettare con calma la piena maturazione del suo straordinario atleta. E’ chiaro che noi riusciamo ad analizzare il fenomeno quando siamo in presenza di …. Fenomeni perché in caso di cavalli ordinari la violenza perpetrata sulla natura  ha una minore chance di essere rilevata. Eppure è cosi e i nostri amici hanno ragione : lo avesse allenato Raimondi oppure Berardelli forse Frankel non sarebbe neppure arrivato alle Ghinee altro che derby, distrutto ben prima. Il Maestro ha compreso e visto la dove e cosa gli ignoranti non   potevano vedere, questo è il grande merito. Ha gestito (fa ridere quindi il discorso su Arco si o Arco no che abbiamo appena fatto)  un fuoriclasse come Frankel, il suo patrimonio genetico, il suo enorme potenziale atletico in maniera perfetta. E’ stato questo il suo grande mirabile capolavoro, con le lacrime agli occhi ci viene da dire il suo canto del cigno e se vogliamo  nel non correre a Parigi c’è una ennesima dimostrazione del grande , pazzesco rispetto che il Maestro porta al fenomeno che ha avuto la fortuna di poter plasmare e rendere tale . Lo fa in nome della scienza ippica che lui possiede a profusione e noi no, perché oggi il cavallo perfetto ha mutato il suo standard. Grundy oppure Nijinsky, 40 anni fa, erano concezione genealogica differente e anche atleticamente parlando erano costruiti in altra maniera ( pensate a Worden nonno materno, pensate in fondo alla linea robusta e sbagliata di  Fairway il fratello migliore eppure peggiore, alla lunga più rozzo e quindi scomparso) , basta pensare anche al telaio, alla morfologia. Il cavallo dell’inizio anni 70 o degli interi anni 70 ( forse) poteva fare Ghinee ed anche quelle irlandesi, correre il derby e logicamente vincerlo, poi replicare in quello irlandese  e mettere il sigillo  nelle King che erano ben più dell’Arco in quegli anni ( è cosi fidatevi)  per poi logicamente pagare prima o poi il dazio o il conto ( che dolore quelle Champion contro Lorenzaccio, terribile ma attenti che  a Newmarket pagò anche la divina  a 4/5 con tutti noi in  apnea sulla ringhiera per una ora buona)  . Oggi è diverso, molti non lo comprendono, il Maestro invece si e qui sta la sua enorme, inarrivabile grandezza, questo il concetto veicolato da Franco e Diego che noi facciamo nostro. Per questo, malgrado non abbiamo alcun dubbio sul fatto che la corsa doveva essere l’Arco, malgrado  siamo coscienti che tra 20 anni voi giovani direte che a Frankel forse è mancato qualcosa, ebbene malgrado tutto questo ricordatevi  che probabilmente, anche se noi non lo capiamo, Sir Henry Cecil ha visto ancora una volta più lontano di tutti noi, ha capito quale è la cosa più giusta da compiere nell’interesse del  più grande cavallo dell’era moderna che inizia con  Sadler’s Wells in razza e non prima, non con Northern Dancer.  Non fate confusioni.  Quando tra tanti anni chi di voi oggi è giovane analizzerà la storia e la commenterà potrà dire : Cecil come Tesio,  furono  i grandi interpreti del loro tempo, seppero dare a Nearco ( tutti  i campioni all’80% sono oggi suoi discendenti) e a Frankel (tutti i campioni all’80% saranno domani suoi discendenti)  gli impegni  perfetti, non uno di più del necessario e compresero a pieno e con precisione perfetta il valore del loro potenziale esprimibile, ciò che agli contemporanei sfuggì per difetto irrimediabile di Cultura.

2 commenti:

  1. CONFERMO SONO TRA GLI SCETTICI, A MIO PARERE SE HAI IL CAVALLO PIU FORTE DEVI DIMOSTRARLO SEMPRE E COMUNQUE.QUESTO E' UNO SPORT CON ALLA BASE LA COMPETIZIONE, E' COME BOLT CORRESSE SEMPRE CONTRO DI ME SUI 100-200 INVECE DI MISURARSI SUI 400.
    LE CHAMPION, SE NON SUCCEDE UN SACRILEGIO, SARANNO UN'ALTRA PASSEGGIATA E ONESTAMENTE CREDO SIANO UN TASSELLO INUTILE ANCHE PER LA CARRIERA STALLONIERA DOPO AVER VINTO IN QUEL MODO LE JUDDMONTE.
    OLTRETUTTO PER SCEGLIERE LE CHAMPION DICO IO CI SARA' STATO UN COLLOQUIO COL PRINCIPE? E MI VIENE DA PENSARE CHE IL LO STESSO PRINCIPE VOLEVA L'ARCO MA SIR HENRY COSA AVRA' RISPOSTO; NO PERCHE' NON SONO SICURO TENGA? OPPURE NO VOGLIO CHIUDERE IN BELLEZZA A DISCAPITO DELLA GRANDE SFIDA?

    RispondiElimina
  2. SI, CI VOLEVA L'ARC...... CHE PECCATO NN POTERLO VEDERE A PARIGI, DOVE PENSO CHE TANTI ITALIANI AVREBBERO POTUTO AMMIRARE QUESTO FENOMENO. INVECE LE CHAMPION NN SERVONO A NESSUNO!!!!!

    RispondiElimina

Commenta qui

Ricerca personalizzata