Ippica, Galoppo, Corse & Allevamento

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martedì, dicembre 27, 2011

Kauto è leggenda. A lui il King George Chase VI, per la quinta volta

Kauto Star (Village Star), è nella leggenda. Ma non serviva la quinta vittoria nel King George Chase VI G1 a Kempton per dimostrarlo, perché lui, con i suoi 11 anni, ha scandito almeno 8 anni di corse in pista per dimostrare tutta la sua immensità. Ecco, in fondo il vero ed unico rammarico è quello che l'Italia ha pensato bene di non mostrarlo in tv, quando in realtà sarebbe stata l'unica cosa da far vedere nel giorno di Santo Stefano, dalle nostre parti. Un duello, nelle previsioni, con quel Long Run (Cadoudal) che era, tra l'altro, il sale di un duello che sembrava si corresse su un altro pianeta. 
Da loro, il Boxing Day è una giornata densa di tradizione, e siamo sicuri che gli smanettoni più scaltri non hanno perso un salto del Kauto campione, ieri pomeriggio, per un popolo che pensa che le corse dei cavalli siano uno spettacolo eccezionale che vale una cifra di soldi scommessi su chi, secondo la concezione di "appassionatoscommettitoreamantedelle corsenelsuocorollario", può essere il più forte. 
Da noi, evidentemente no, rinchiusi nel nostro "scommettificio" numerico che non vale più una cicca, o perlomeno così sarà. Nel senso, posso anche aver perso, ma resta nella retina la forza e allo stesso modo la potenza di un cavallo a cui, a tutto merito, verrà dedicata una statua ad Haydock, dove ha lasciato impresso nella memoria collettiva quei salti, e quel senso di  appartenenza ad un altro mondo. Questa è cultura ippica, che racchiude nel suo insieme tutta una serie di ragionamenti. Tornerà mai, quell'ippica che personalmente ho sfiorato ma che rivive nei racconti delle persone che professionalmente ho accanto? L'ottimismo è solo generazionale, ma nulla al confronto con la realtà dei giorni moderni che non lascia spazio al futuro ippico, ma quello vero. Delusione postnatalizia? Sicuramente. 
Ma parliamo allora del bello e di ciò che ha combinato Kauto, parte integrante di un qualcosa che con il carisma di Paul Nicholls e l'arte di Ruby Walsh, formano un mostro a tre teste. Hanno vinto con la perfezione dell'orologio che ha scandito i secondi (o i salti) in maniera impeccabile su quel temibile steeple. E Kauto ha cancellato un altro primato, quello stabilito alla fine degli anni ottanta (1990) dallo straordinario e indimenticato Desert Orchid (Grey Mirage) ottenuto a quasi 10 anni di età. Bello, anche per la straordinaria fisicità di un mestiere che logora..solo chi non si può permettere di ammirare un cavallo di 11 anni che salta con la maestria e la furbizia degna di un volpone. Bravo Kauto, regalaci sempre emozioni così, magari proprio a Cheltenham il 16 Marzo 2012 (quando da noi, chissà se si correrà) c'è la Gold Cup G1 dove il giovane (6 anni in 7) Long Run, è ancora il favorito.
Il video degli ultimi salti del King George Chase VI (ripresi da telecamera amatoriale di un appassionato davanti la tv) lo trovi qui: http://www.youtube.com/watch?v=Um9thCRU3aE , mentre il video intero di oltre 6,30min lo trovi cliccando qui: http://www.youtube.com/watch?v=tcZ9ooQdzLo

3 commenti:

  1. ciao Gabriele,bel pezzo, niente da aggiungere. Bellissimo il dopo corsa, con tutti gli altri jockeys battuti che si sono avvicinati a Kauto per fargli una carezza e stringere la mano a Ruby Walsh, perchè quello che è avvenuto ieri è storia.

    Peccato che nel giorno in cui il Regno Unito proponeva il suo massimo annuale di 12 convegni fra cui spiccava quello del Sunbury, in Italia veniva trasmesso il peggiore, il polytrack di Wolverhampton.

    Ma d'altronde chi è rimasto a scommettere sulle corse dei cavalli nelle agenzie? Solo persone che se la corsa dura più di due minuti già si stufano, per cui una reclamare in sabbia vale più delle KG o del meraviglioso duello Binocular-Rock on Ruby con un arrivo fruste alzate fra i due migliori jockeys del NH degli ultimi ani, Walsh e McCoy.E ovviamente non me la prendo con gli scommettitori, ma chi ha fatto si che l'ippica diventasse tutto questo, una sorta di Lotto con meno numeri.

    In UK anche chi non segue quotidianamente le corse conosce Kauto, Denman, Hurrican Fly... è questa la differenza. Da noi i cavalli vengono chiamati per numero di sella, e non per nome. Condivido la tua amarezza, ma ti invito a continuare nel tuo lavoro sul sito, per noi pochi per i quali i cavalli non sono solo numeri.

    Buon anno!
    H.Chap.

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  2. Nulla di nuovo sotto il sole....
    Le grandi corse (ippica = sport) censurate per proporre appuntamenti di minima (ippica= scommesse). In Inghilterra spettacolo in pista, sugli spalti e fiumi di soldi in scommesse in giorno festivo. In Italia, al capezzale di un ippica agonizzante, managers compromessi propongono opzioni di salvataggio ("Linee guida ASSI 2012") deprimenti, con diminuzione delle dotazioni dei Grandi Premi, tagli lineari ad hoc pur di mantenere in vita il movimento, cercando di scontentare in egual misura tutte le componenti, e allontanandoci sempre più dalle realtà dei Paesi più evoluti (non solo ippicamente.......)

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  3. cristian demuro è partito per dubai,qualcuno sa dirmi quando torna?
    un grazie in anticipo!!!

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