Ippica, Galoppo, Corse & Allevamento

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venerdì, ottobre 26, 2012

Frankel, Sir Henry Cecil, Khalid Abdulla e la Regina. Un cerchio si chiude, ma un distillato di qualità pura, forza, da assaporare e da tramandare ai posteri.. Da Ascot e per concessione di Per Sport di martedì 23 Ottobre

Ed ora, che si fa? Si, in fondo è stato un po’ questo senso di abbandono che ci ha accompagnato proprio mentre le luci di Ascot si stavano spegnendo su Frankel. Dal tondino antidoping, un Frankel solitario, senza la calca della folla ormai dileguatasi nel caos del Berkshire, ci ha osservato e proprio in quel momento abbiamo avvertito una strana sensazione di malinconia. Una lacrima che riga il viso di un’intera generazione, direbbe Guccini. Si le corse esisteranno ancora ed esulteremo sempre con rinnovate emozioni, ma in fondo quello di sabato è un cerchio si chiude, ma allo stesso momento si getta insieme anche un seme, quello della speranza di poter ammirare un altro campione degno di tale potenza in un futuro prossimo. Difficile. La sensazione è stata quella che sarà difficile trovare un altro Frankel nei prossimi anni, ecco uno dei punti fermi che verrà a mancare. Abbiamo accompagnato, e ci ha accompagnato, la carriera di Frankel: goduta per tre stagioni piene, con la consapevolezza che lui era li e stava preparando un altro obiettivo da centrare. Una macchina da corsa, cavalli del genere ne nascono ogni trenta anni. E per questo la giornata del 20 Ottobre 2012 rimarrà incisa nei libri di leggenda ippica.
Un cerchio che si chiude; nel senso, che difficilmente potremmo rivivere questo tipo di emozioni tutte insieme: riuscire ad ammirare un cavallo imbattuto ed imbattibile, che vince contro i migliori attualmente al mondo su quel segmento: il numero 3 (Cirrus Des Aigles) ed il numero 4 (Nathaniel), surclassandoli. Nella retina abbiamo ancora la dirittura con camera dedicata su Frankel mentre sorpassa in mano Nathaniel, si avvicina con il compasso aperto ma senza essere richiesto su un Cirrus in piena spinta, con Queally che lo guarda, lo passa, e vince..mai visto una cosa del genere, e noi, insieme a 33000 persone almeno, a esultare come mai avevamo fatto prima, senza controllo, senza pudore professionale. Anzi. Frankel è di un altro pianeta, ed è frutto e allo stesso tempo esempio del capolavoro allevatorio del Principe Khalid Abdullah che dura da almeno 30 anni. Avrà pure venduto Danehill, diamine..ma se non l’avesse fatto, forse, non sarebbe nemmeno nato quel puledrino a cui è stato dato il nome Frankel. Congiunzioni astrali, non divine, ma frutto di scelte ponderate, la più genuina espressione del celebre aforisma di Ezra Pound: “Talvolta le idee hanno sfumature cromatiche che trascendono il mero ricorso alla parola”. Con stile, in silezio, il cerchio si chiude con un capolavoro di training, forse l’ultimo, del Maestro Sir Henry Cecil, che è stato accolto come una star, applaudito prima, durante e dopo la corsa,e  che ha voluto essere presente a tutte le operazioni pregara inforcando la sella e portandola al tondino, sollevando lui stesso Queally e ricevendo in premio una dose di adrenalina. Lui si, che ne ha visti passare di campioni, ma Frankel, per sua stessa ammissione, è stato l’ispirazione per continuare a lottare contro il maledetto cancro. E speriamo possa trovare nuova forza ora che a livello motivazionale, tutto è stato raggiunto. Ma il brivido è sempre quello, lungo la schiena, quando lo abbiamo visto con lo sguardo pieno, come se quell’istante avrebbe voluto non finisse mai, in mezzo alla gente. una dignità fuori dal comune nel presentarsi senza praticamente capelli, con il volto segnato dal male. Siamo con te, Maestro. Frankel come simbolo di potenza, come la massima di Matthew Boulton sulle 50 Sterline.. Capace di calamitare il mondo ippico, è un tuffo nel sole, è nostalgia, è arte, bellezza allo stato grezzo. Ha accompagnato la nostra generazione a suon di scatti esplosivi. Frankel ha fatto esultare la Regina, manco fosse allo stadio; con malcelato pudore e con i pugni alzati in segno di vittoria al passaggio di Frankel davanti al traguardo, con somma sorpresa di Sheikh Fahad..”yessss”! Mai vista così: Ma la gioia è anche questa, brividi che corrono lungo la spina dorsale, incontrollabili, al passaggio davanti alle tribune. Quando la rivedremo in questi abito mentale? Quando vincerà un Derby, se ci riuscirà. Difficile. ed ora, che si fa? Senza quel cartello che giganteggia nel centro di Londra e su tutti i quotidiani: Death. Taxes. Frankel. Non ci sono cose più sicure al mondo di queste. Frankel, un distillato di qualità pura, forza, da assaporare e da tramandare ai posteri. Conservate, clonate o ibernate il suo dna e scongelatelo per far capire alle generazioni future cos’era Frankel ai suoi tempi.

2 commenti:

  1. bravo Gabri....si percepisce come, da ippico vero, ti sia giustamente emozionato!!
    V.L.

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  2. grande gabriele!! uno dei tuoi migliori articoli.per il miglior cavallo di tutti i tempi hai dato il massimo

    rothstein

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